Reggiolo cenni storici
Cenni Storici
Il nome di Reggiolo appare per la prima volta in un documento del 1044 in cui Beatrice di Canossa acquista da Guttifredo sei corti, tra cui Reggiolo con la torre, la chiesa di San Venerio, campi a pascolo e boschi.
E’ certo che le terre poste sulla riva destra del Po, da Guastalla fino a Sermide, sono state abitate fin dalla preistoria e che vi fu continuità di insediamenti in alcune località. Lungo il più meridionale ramo del Po si sono trovati resti di insediamenti romani, oltre ad una modesta entità di reperti dell’età del Ferro.
Nell’anno 589, secondo Paolo Diacono, una piena eccezionale fece mutare i corsi del Po e di alcuni affluenti, deviandoli verso nord all’altezza di Guastalla. Da allora la grande piana compresa tra il corso nuovo del fiume e quello del Secchia divenne palude. Dopo un periodo di abbandono, queste terre vengono concesse dai Re longobardi e franchi a diverse chiese e monasteri, con lo scopo, tra gli altri, di renderle produttive.
Nel 1071 Matilde di Canossa dona al Monastero di Frassinoro, situato sulle montagne nel modenese, la corte di Reggiolo, per qualche secolo ancora chiamatata Razolo. I Canossa possiedono un Castrum a Bondeno di Roncore (Bondanazzo, oggi), dove Matilde trascorre i suoi ultimi giorni di vita e muore nel 1115.
All’inizio del XIII° secolo la città di Reggio acquista un terreno nei pressi della corte di Reggiolo, per costruirvi un nuovo castello poco più a nord del vecchio Castrum esistente, in breve il piccolo centro si popola di genti venute dai dintorni. Si moltiplicano le abitazioni; il nuovo castello, dotato di un forte tetto di difesa, si amplia e si rafforza. Col suo nuovo sistema difensivo, Reggiolo costituisce una punta avanzata contro la politica aggressiva del Comune di Mantova e nel 1257 ne vengono fissati i confini amministrativi.
Nel 1290 il popolo di Reggio affida la città ad Obizzo d’Este, signore di Modena e Ferrara: questi usa la diplomazia nei confronti delle città vicine e per porre fine alle discordie con i mantovani cede a Giberto Corradi di Gonzaga, nobile di campagna, i borghi di Suzzara, Reggiolo e Gonzaga.
Ma i Bonacolsi di Mantova s’impadroniscono del castello di Reggiolo e nel 1306, con l’aiuto degli Scaligeri veronesi, occupano anche Reggio.
Nel 1328 i Corradi mutano il loro nome in Gonzaga e diventano i Signori di Mantova ; Reggiolo si trova ai confini del loro stato, cosicché essi intraprendono opere di rafforzamento del borgo, che acquista una struttura urbanistica rimasta immutata per secoli.
Dentro la rocca viene edificata una residenza gonzaghesca che nella seconda metà del Quattrocento viene ampliata e abbellita dall’architetto Luca Fancelli.
Nel 1530 in occasione della visita dell’imperatore Carlo V°, Giulio Romano, già progettista di villa Aurelia, è inviato dal Marchese ad abbellire e ricostruire l’abitato da porta Pradella al castello.
La vita di Reggiolo è in piena fioritura, quando scoppia il conflitto per la successione dei Gonzaga di Mantova. La Rocca è occupata e il comando delle truppe alemanne vi si installa, dando vita a requisizioni, saccheggi, violenze. Segue poi la peste che miete moltissime vittime.
Con la pace e nel 1632 Reggiolo passa dal Ducato di Mantova al Ducato di Guastalla, governato da Ferrante III°. Nel 1670 nei patti matrimoniali fra Ferdinando Carlo, futuro duca di Mantova, e Anna Isabella, figlia del Duca di Guastalla, si stabilisce che il Duca di Guastalla avrebbe rinunciato ad ogni territorio già mantovano, compreso quindi Reggiolo, che passò (1678) sotto il dominio del Duca di Mantova.
Nel 1707 decade la dinastia dei Gonzaga di Mantova, e i loro beni, compreso Reggiolo, sono incorporati nell’Impero, per tornare nel 1713 a Vincenzo, Conte di Guastalla.
La pace di Aquisgrana (1748) chiude le guerre di successione ed assegna anche Reggiolo al Ducato di Parma e Piacenza, governato dai Borboni. Dopo oltre un secolo di continui pericoli, seguono finalmente alcuni decenni di pace. Si completano le opere di sistemazione idraulica, hanno un grande sviluppo l’allevamento del baco da seta, sorgono piccole industrie di trasformazione dei prodotti: filande e lanifici.
La rocca entra a far parte dei beni demaniali, mentre le terre dei Gonzaga vengono vendute. Nel 1827 la comunità di Reggiolo compera dal demanio la rocca e quanto resta del castello.
Nel 1869 entra a far parte dello stato italiano. Nei decenni successivi il Comune demolisce le mura esterne del castello.
Oggi la vicinanza di Reggiolo con l’arteria autostradale Modena – Brennero ha posto i presupposti per lo sviluppo dell’economia e della comunità locale.